sabato 18 giugno 2011

326 ) CARLA PAOLA GIOVANNELLI

CARLA PAOLA GIOVANNELLI - Professoressa di Inglese - Vive a Prato
Socia Onoraria del Circolo Mario Luzi del Club dei Cento.

domenica 12 giugno 2011

325 ) EMILIO PRATA



Emilio Prata, detto “El Milieto” - Poeta e Musicista - Vive a Milano
Nato in via Gluck, ex lavoratore in fonderia, da trent'anni è un missionario dell'allegria. Autodidatta e appassionato di musica e poesia, inventore di canzoni e di acrostici in note, cabarettista, con la sua chitarra rallegra da anni ospedali, case di cura, centri anziani e asili con fiabe messe in musica. El Milieto è sempre disponibile anche verso chi desidera riscoprire le proprie radici attraverso il dialetto meneghino.
Emilio Prata è socio del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.

324 ) MARSALINA PICCOLI


MARSALINA PICCOLI - Scrittrice - Vive a Milano
Marsalina Piccoli è socia del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.

323 ) LIDIA DEL VECCHIO


LIDIA DEL VECCHIO - Poetessa - Vive a Milano
Lidia Del Vecchio è socia del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.

322 ) ACHILLE CASTOLDI


ACHILLE CASTOLDI - Scrittore - Vive a Milano
Achille Castoldi è socio del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento

321 ) ROBERTO BERNI


ROBERTO BERNI - Scrittore - Vive a Milano
Roberto Berni è socio del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.

320 ) MIKAELA MODIGLIANI



MIKAELA MODIGLIANI- Segretaria del Circolo del Club dei Cento " Alessandro Manzoni " - vive a SAN DONATO MILANESE ( Milano ).

Data di nascita 13 Agosto 1971

Istruzione

Laurea in Scienze Politiche, indirizzo Politico Sociale, conseguita presso l’Università Statale di Milano, nell’anno accademico 1996/97 con votazione 99/110.

Diploma di Consulente Grafodiagnostico, specializzazione “Analisi della Personalità”, conseguito presso la Scuola di Grafologia “Crotti” di Milano, nell’anno accademico 200/01.

Corso Post Lauream di Perfezionamento in “Prevenzione della Devianza Sociale”, frequentato e terminato presso l’Università degli Studi di Padova, nell’anno accademico 2003/04.

Diploma di Perito Grafotecnico, conseguito presso la Scuola di Grafologia “Crotti” di Milano, nell’anno accademico 2005/06

Attualmente iscritta al II anno accademico al corso di Laurea Magistrale di Sociologia, indirizzo Territorio e Politiche Locali, presso l’Università Bicocca di Milano

Iscritta dall’Ottobre 2001 presso Associazione Grafologi Professionisti nel settore Analisi della Personalità

Seminari di aggiornamento frequentati negli anni dal 2002 al 2009 di Grafologia sull’Analisi della Personalità e sull’Orientamento Professionale e Scolastico

Ciclo di seminari “Mediare e Riparare: è possibile una gestione pacifica dei conflitti”, presso la Casa della Carità. Nell’anno accademico 2004/05

Collaboratrice del Circolo Culturale “Giacomo Leopardi di San Donato Milanese

Dall’anno 2000 impiegata presso il Comune di Milano come Agente di Polizia Locale


319 ) OMAR GELLERA

OMAR GELLERA - Scrittrice

318 ) IVANA TANZI


IVANA TANZI - Poetessa - Vive a Milano

Ivana Tanzi,è nata a Parma e vive a Milano; ha pubblicato due libri di versi, Un sasso un sogno ed altro e Stanze e distanze. Il metro estensibile non è scandito e presenta una struttura molto compatta. Tra le caratteristiche salienti della scrittura di questo testo, riscontriamo sospensione e visionarietà; tutte le poesie della raccolta, che presentano diverse estensioni, presentano un titolo. Il versificare, il poiein di Ivana Tanzi, è sempre nitido e scorrevole ed è caratterizzato da uno stile elegante; inoltre va sottolineato che c’è una certa icasticità nella poesia di questo libro, che si coniuga ad una forte luminosità. E’ costante, in quasi tutte le composizioni della raccolta, un alternarsi di versi di diversa lunghezza e questa caratteristica riesce a infondere musicalità alle poesie e il ritmo è sempre incalzante e sincopato. Il tessuto di queste poesie è caratterizzato da una forte leggerezza e levigatezza delle immagini che la poeta ci presenta. In molti componimenti non manca, inoltre, un senso di onirismo purgatoriale e di mistero, in contesti che potremmo definire venati da un certo neoorfismo. Tutte le composizioni sono ben risolte e compiute; a volte traspare, tra le righe, un senso di ironia ben stemperata, come nella poesia Il letto:-“/Non metto il cappello sul letto/ apposta/ per onorare il detto/ comune a tuo padre/ e mio padre/ che mai nella vita/ si sono nemmeno sfiorati/-“; riscontriamo in questo testo una grande chiarezza, che è cifra distintiva di tutta la poesia di Ivana Tanzi; qui l’ironia è giocata sul tema della scaramanzia, per la quale mettere un cappello sul letto porta sfortuna; inoltre vengono evocate le figure dei padri che, come l’io-poetante evitavano di mettere il cappello sul letto, per cui questa credenza, nel contesto familiare viene storicizzata. Il tema delle poesie è quello dei luoghi, che s’inverano in alcuni ben riusciti squarci paesaggistici come nella poesia Millenovecentosessantuno:-“/ Le montagne alle spalle/, le orgogliose Apuane avrebbero atteso/ ancora quarant’anni/ per fare i conti con un passato che a noi, adolescenti di allora appariva/ remoto. Dei grani anni cinquanta/ non tentava che qualche scampolo/ di spiaggia libera con gli ombrelloni sparsi/ ai confini del porto e la penisola. Dal nostro posto/…”-. Anche in questa poesia, in cui sono presenti minuziose descrizioni, viene evidenziato il senso del tempo, che passa inesorabilmente per le persone e con il quale devono fare i conti anche le Alpi Apuane. La scrittura di Ivana Tanzi è nervosa e scattante. Alcune poesie hanno per argomento fatti di cronaca, avvenimenti sportivi o di costume. Incontriamo un componimento intitolata Undici luglio 1982, dedicato alla vittoria calcistica italiana ai Mondiali di Spagna. Un altro argomento di cronaca, affrontato dall’autrice è quello della nascita della Televisione del dolore, nel giugno del 1981, con la tragica vicenda del piccolo Alfredino, morto tragicamente in un pozzo artesiano a Vermicino, dopo una lunga e dolorosissima agonia: l’intento della poeta, nello scrivere questo componimento, non vuole essere quello di riportare meramente in versi un fatto di cronaca, ma è quello di voler stigmatizzare la nefasta influenza di un certo diffusissimo tipo di televisione, sull’immaginario collettivo e sui singoli, offendendo il senso del dolore attraverso la spettacolarizzazione di fatti tragici e dolorosissimi. C’è una forte eterogeneità nei temi trattati dall’autrice, che vanno da quelli suddetti, a quello amoroso. A volte, attraverso immagini nitide, la poeta descrive scene di quotidianità come quando viene detto il pasto di una famiglia o nominata una lavatrice . E’ una poesia, quella di Ivana Tanzi, dominata da una grande chiarezza e da un tono narrativo e discorsivo, una poesia dal taglio narrativo, cosa rara nell’ambito della poesia contemporanea; non si tratta, comunque, assolutamente, di una poesia elementare. A volte le poesie della Tanzi hanno per tema una città, come quella dedicata a Venezia, che ha per tema il Ponte dei sospiri, dal quale prende il titolo. E’ una poesia fresca e immediata, quella di Il metro estensibile, nella quale è piacevole immergersi, poesia caratterizzata da una polifonia di immagini, che si susseguono in modo incalzante, scene tutte sottese al dolore e a quello che è stato definito mal d’aurora. In qualche caso, la poesia di Il metro estensibile è caratterizzata da una forte tensione speculativa e si fa pensosa, come nella composizione Tre interrogati. Ci si può chiedere, ed è un fatto fondamentale, se la poesia di Ivana Tanzi possa definirsi lirica: la risposta non può essere univoca perché, in Il metro estensibile ci sono sicuramente componimenti che effondono l’animo della poeta, mentre ce ne sono altri più pensati, intellettuali, che non possono definirsi lirici tout-court. In tutte le poesie c’è un certo nitore e una certa velocità nei versi e, questo è sicuramente un pregio, la poesia di Ivana Tanzi può definirsi originale e il testo è unitario e ben costruito architettonicamente.

IVANA TANZI è socia del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.


317 ) GIULIANO SACCO


GIULIANO SACCO - Scrittore - Vive a Milano
Giuliano Sacco è socio del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.

316 ) LORENZO PAOLI

LORENZO PAOLI - Scrittore - Vive a Prato

315 ) LORENZO EMMI

LORENZO EMMI - Scrittore

314 ) ANGELO PERRONE

ANGELO PERRONE - Scrittore

313 ) VANESSA GAVIOLI


VANESSA GAVIOLI - Scrittrice - Vive a Firenze
Seconda Segretaria del Circolo Culturale Mario Luzi del Club dei Cento di Prato.

312 ) GIOVANNA VANNINI


GIOVANNA VANNINI - Scrittrice - vive a Montespertoli (Firenze) Segretaria del Circolo Culturale Mario Luzi del Club dei Cento di Prato

311 ) NADIA TRIA

NADIA TRIA - Scrittrice

310 ) MILENA ROSSETTI

MILENA ROSSETTI - Scrittrice

309 ) MIRKO SICLARI

MIRKO SICLARI - Scrittore

308 ) ALBA SICLARI

ALBA SICLARI - Scrittrice

307 ) FANNUCCIA PIACENTINI

FANNUCCIA PIACENTINI - Scrittrice

306 ) DUUYMIC VIKI

DUUYMIC VIKI - Scrittrice

305 ) ALESSANDRA LECILE

ALESSANDRA LECILE - Scrittrice

304 ) MARTINO AMBROGIO

MARTINO AMBROGIO - Scrittore

303 ) MARGHERITA VALLERO

MARGHERITA VALLERO - Scrittrice

302 ) GRAZIELLA VACHET FALCO

GRAZIELLA VACHET FALCO - Scrittrice

301 ) DANIELA DELLA CASA

DANIELA DELLA CASA - Scrittrice

300 ) ERNESTO OLIVERO




ERNESTO OLIVERO- Scrittore - Fondatore del SERMIG di Torino - Vive presso l'Arsenale della Pace a Torino.

Tre figli propri e diecine di migliaia adottati in tutto il mondo : extracomunitari, drogati, carcerati… È la famiglia di Ernesto Olivero, tranquillo dirigente di Banca, divenuto agente mondiale di solidarietà, dopo avere volontariamente lasciato il posto di lavoro. Ha fondato a Torino, nel 1964, il Servizio Missionario Giovanile (Sermig) e l’ Arsenale della Pace, da dove partono gli aiuti ai Paesi più poveri del mondo. È candidato al Premio Nobel per la Pace.

Come incomincia la tua avventura? Credo che le vere avventure inizino nel cuore di Dio, perché chi le vive non se ne accorge. La mia avventura, in fondo, è nata da un’emozione, da una compassione, volevo dar da mangiare agli affamati.

Poi cosa è avvenuto? La cosa più incredibile non è stata l’aver raccolto subito dei soldi, né l’aver organizzato il concerto al Palazzo dello Sport con Celentano. Parlo degli anni ‘60-70, ma il fatto che molti ragazzi e ragazze hanno voluto impegnare la vita nell’avventura del Serming.

Per questa impresa hai dovuto abbandonare anche il lavoro? Ho lavorato in banca. Ho smesso solo quando, su consiglio del cardinale Michele Pellegrino, il Signore mi ha dato un segno che mi ha permesso di licenziarmi. Ho lavorato in banca. Ho smesso solo quando, su consiglio del cardinale Michele Pellegrino, il Signore mi ha dato un segno che mi ha permesso di licenziarmi.

Di quale segno si tratta? Un uomo di Dio, amico di padre Pio, comparso improvvisamente nella mia vita, un giorno mi disse: "Lei si deve licenziare". Il giorno dopo mi sono presentato in banca e mi sono licenziato. Un uomo di Dio, amico di padre Pio, comparso improvvisamente nella mia vita, un giorno mi disse: "Lei si deve licenziare". Il giorno dopo mi sono presentato in banca e mi sono licenziato.

Tua moglie e i tuoi figli come hanno accolto la tua decisione? Con mia moglie ho sempre pensato di avere una famiglia con figli. Ne sono venuti tre. Volevamo una famiglia aperta al mondo e, invece, è stato il mondo a venirci dentro, e noi l’abbiamo accettato. Il nostro impegno, da due ore alla settimana, lentamente, ma decisamente, è cresciuto di 24 ore su 24.

Tua moglie e i tuoi figli, ti seguono ancora? Sì, mi seguono. I figli, in verità, all’inizio si sono presi la libertà di contestare. Io e mia moglie non abbiamo mai reagito. Era giusto che come genitori rispettassimo le scelte dei nostri figli. Poi, l’esempio di mia moglie Maria e quello mio hanno sortito il giusto effetto, sono stati per loro importanti ed anche essi, lentamente, ma decisamente, hanno chiesto di venire a condividere parte della loro vita con noi.

La solidarietà non è d’inciampo ai doveri coniugali! No, credo, anzi, che tutti dovremmo lavorare per la solidarietà. Certo noi costituiamo un’ eccezione in quanto fondatori di una cosa molto grande.

Probabilmente nasce dall’esperienza familiare la tua attenzione verso le famiglie disastrate, verso le ragazze madri! Penso di sì. Abbiamo l’obbligo di insegnare ai giovani dei principi che noi per primi dobbiamo vivere. Noi adottiamo donne che hanno deciso di non abortire; le facciamo entrare nella nostra famiglia, troviamo loro un lavoro, poi facciamo in modo che si realizzino fuori da questa casa, aiutandole con supporti spirituali, psicologici e materiali. Ma il nostro intento è che imparino a camminare da sole.

La tua creatura, il Serming, ha ormai fatto un lungo cammino È arrivata in Brasile! L’attenzione ai "meninos de rua" vuol essere un’ulteriore attenzione alle famiglie disagiate? Siamo arrivati in Brasile dopo avere creato 1400 progetti di sviluppo regalati a missionari di vari ordini religiosi. La Chiesa brasiliana ci ha chiesto di prendere un "arsenale" anche in Brasile, l’ex casa degli emigranti, dove erano passati milioni di italiani. Quella casa era diventata il posto che accoglieva il popolo della notte. Noi abbiamo accettato la sfida e credo che sia stata una delle più belle cose che la Provvidenza ci abbia fatto immaginare e poi realizzare. Nella stessa casa dove 170 funzionari governativi accoglievano si e no 110- 120 uomini della strada, noi siamo riusciti a creare una cooperativa, in cui lavorano prevalentemente brasiliani, che ospita circa 1200 persone per notte, in un ambiente bello ed accogliente, proprio come a Torino. Abbiamo, inoltre, progetti per i bambini. Vogliamo realizzare una casa anche per loro. Sono già un centinaio quelli che abbiamo.

Da che cosa differiscono i "meninos de rua" dai ragazzi di strada di Torino? Sono molto diversi. In Brasile i ragazzi sono completamente abbandonati al loro destino. In Italia, invece, se lo Stato fosse più materno e più severo, i bambini di strada non ci sarebbero neppure. Sono molto diversi. In Brasile i ragazzi sono completamente abbandonati al loro destino. In Italia, invece, se lo Stato fosse più materno e più severo, i bambini di strada non ci sarebbero neppure.

Come è nato l’arsenale della pace"? È nato nel pensieri di Dio. Noi abbiamo cominciato a prenderlo in considerazione quando abbiamo incontrato Giorgio La Pira che, parlandoci di Isaia, ci invitava a tramutare le anni in strumenti di lavoro e di pace. Raccogliemmo subito l’invito. C’e stato, poi, un altro fatto importante. Nel 1974 fui accolto da Paolo VI, il quale, dopo avermi ascoltato, mi disse che le mie lamentele erano anche le sue e che anche lui desiderava una Chiesa come la sognavano i giovani. Alla fine dell’incontro Paolo VI mi disse: "Spero che da Torino, dal Piemonte, terra di santi, venga una rivoluzione d’amore". La maggior parte delle cose belle che sono sorte a Torino, si sono realizzate nel quartiere del Valdocco, dove secoli passati sono morti martiri tre cristiani: il sangue porta sempre frutti abbondanti. A Torino è nato don Bosco, qui ha visto la luce il Cottolengo, il Cafasso, qui sono nate tante cose belle. E proprio a Torino abbiamo scoperto che esisteva un arsenale militare ed, allora, abbiamo deciso di avvolgerlo di preghiere. Per anni interi ci siamo recati davanti a quell’arsenale a pregare il Signore in questi termini: "Signore, vogliamo questo arsenale, te lo chiediamo a nome della Madonna!". E il 2 agosto del 1983 ce lo hanno dato. Era un vero e proprio rudere! Ci sarebbero voluti 100, 200 miliardi per rimetterlo a posto, e noi, senza una lira in tasca abbiamo cominciato a lavorare e siamo riusciti nel nostro intento, grazie all’aiuto ricevuto da milioni di persone. Questa è una delle tante meraviglie della Provvidenza.

Le istituzioni in che misura ti hanno aiutato? Quasi niente! In 37 anni abbiamo ricevuto da tutte le istituzioni messe insieme si e no 10 miliardi, in pratica neanche il due per cento del bilancio totale. Noi abbiamo fatto una scelta cristiana, una scelta che ci ha portati ad accogliere chiunque, credenti, non credenti, o appartenenti ad altre religioni. Abbiamo, inoltre, fatto la scelta di non essere abbinati a nessun partito politico Le istituzioni non sono state capaci a cogliere questa profezia, la gente comune sì. Questa mattina mi sono svegliato alle quattro, questa notte andrò a dormire alle due. E una giornata che viene scandita dalla preghiera, dal campanello, che suona notte e giorno, tutta gente che da mezzo mondo chiede aiuto. Quasi niente! In 37 anni abbiamo ricevuto da tutte le istituzioni messe insieme si e no 10 miliardi, in pratica neanche il due per cento del bilancio totale. Noi abbiamo fatto una scelta cristiana, una scelta che ci ha portati ad accogliere chiunque, credenti, non credenti, o appartenenti ad altre religioni. Abbiamo, inoltre, fatto la scelta di non essere abbinati a nessun partito politico Le istituzioni non sono state capaci a cogliere questa profezia, la gente comune sì. Questa mattina mi sono svegliato alle quattro, questa notte andrò a dormire alle due. E una giornata che viene scandita dalla preghiera, dal campanello, che suona notte e giorno, tutta gente che da mezzo mondo chiede aiuto.

Trovi il tempo anche per pregare? Se non pregassi tre o quattro ore al giorno non riuscirei a fare nulla. Se non pregassi tre o quattro ore al giorno non riuscirei a fare nulla.

Per dormire forse anche un po’ meno! Vero? Sì, certo! Ho un arretrato cronico con il sonno!

Ti viene mai voglia di arrenderti , di perdere la speranza? Molto sovente, ma faccio finta di niente, continuo ad andare avanti. Permetto a me stesso di mugugnare, come direbbero i genovesi ma poi vado avanti lo stesso. Molto sovente, ma faccio finta di niente, continuo ad andare avanti. Permetto a me stesso di mugugnare, come direbbero i genovesi ma poi vado avanti lo stesso.

Puoi raccontare un’esperienza di solidarietà? Qualche tempo fa una ragazza che nessuno voleva accogliere, anoressica, drogata, alta un metro e settantacinque centimetri e che pesava solo trentadue chili, è stata da noi accolta ed accudita. Dopo due anni è morta, ma è morta da donna, con un peso normale. Per entrare, in sintonia con lei abbiamo dovuto metterle accanto 19 volontarie 19 professioniste. L’amore e l’organizzazione le hanno permesso di rientrare in una dimensione umana. E morta circondata dall’amore, ma anche lei per noi è stata un segno d’amore.

Ti capita mai di essere frainteso nei fare la carità? Spesso. L’ultima volta è stata quando suor Dalmazia Colombo ha lanciato un appello per salvare i bambini del Mozambico. Noi abbiamo aderito e subito si è scatenata una grossa polemica. C’era chi sosteneva che era assurdo mandare viveri e medicinali, che sarebbe stato meglio mandare del denaro per permettere alle gente di comprare ciò di cui aveva bisogno. Una polemica folle, perché in quel Paese reso ancor più povero dalle alluvioni, non c’era niente da comprare. La vita è costellata di incomprensioni. Noi non diamo corpo ad esse. Un po’ di sofferenza la procurano, ma alla fine la carità vince. In pochi giorni la gente ci portò 7 miliardi per il Mozambico.

Chi è oggi Ernesto Olivero? Quando ho cominciato questa avventura avevo 7 anni, l’ ho cominciata in un paesino vicino a Salerno, Mercato San Severino. Già a 7 anni mi sembrava giusto occuparmi dei problemi degli altri! Ora ho qualche anno in più, ma mi sembra ancora giusto continuare ad occuparmi dei problemi degli altri e credo di avere la stessa ingenuità e testardaggine di allora.

È vero che ha in mente di organizzare un concilio a cui dovrebbero partecipare i grandi della terra per discutere sui problemi dei giovani? Abbiamo fatto un’inchiesta su 300 mila giovani, ed abbiamo scoperto che oggi i più poveri in assoluto sono i giovani. Questo perché i grandi hanno sbagliato, hanno dato ai giovani solo tanto consumismo e tanto qualunquismo; non in assoluto certamente, perché non tutti gli adulti hanno agito così e non tutti i giovani sono così, ma i dati scientifici, purtroppo, parlano a sfavore dei giovani. La nostra speranza è che i grandi prendendo coscienza di ciò si riconciliano con i giovani e, a loro volta, i giovani si riconcilino con i grandi per una nuova rinascita. Spero che questo progetto possa toccare il cuore di molti.

Per tutte queste attività sei stato proposto più volte a Nobel per la Pace. Ma il premio non è ancora arrivato! Ti dispiace? Sono stato sorpreso ed onorato che persone come Madre Teresa di Calcutta e Norberto Bobbio organismi come la Conferenza Episcopale Brasiliana ed il Patriarcato di Gerusalemme, abbiano avuto questo pensiero, ciò mi ha riempito di gioia. Per me tutto ciò che avviene, avviene grazie ai giovani, se il premio Nobel dovesse arrivare è per loro, non per me. Sono stato sorpreso ed onorato che persone come Madre Teresa di Calcutta e Norberto Bobbio organismi come la Conferenza Episcopale Brasiliana ed il Patriarcato di Gerusalemme, abbiano avuto questo pensiero, ciò mi ha riempito di gioia. Per me tutto ciò che avviene, avviene grazie ai giovani, se il premio Nobel dovesse arrivare è per loro, non per me.

Torino è anche la città della Sindone, ti dice qualcosa questo lenzuolo? Io ho conosciuto Gesù faccia a faccia nei poveri. Questo velo in sé non mi dice nulla, anche se personalmente sono convinto che la Sindone sia il lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù. Ritengo, tuttavia, che questo lenzuolo sia un grande dono della Provvidenza.

Ti è mai capitato di vedere un miracolo? Ho conosciuto una donna che aveva vissuto 96 anni. Per 64 aveva badato giorno e notte a suo figlio, handicappato grave. Il dottore che per la prima volta lo aveva visitato aveva detto alla mamma che, data la gravità del caso, era meglio metterlo in istituto. Ma la donna gli aveva risposto: "In istituto ci vada lei, io mio figlio lo assisterò giorno e notte, per tutta la vita, e sarò felicissima di farlo". Chiese però alla Madonna un regalo, non quello che il figlio camminasse o diventasse normale, ma che un giorno la potesse chiamare "mamma". Dopo anni di preghiere un giorno, davanti alla grotta di Lourdes, il figlio si girò e disse "mamma". La gioia fu tanta che ripagò tutte le sofferenze di questa donna. Ho conosciuto una donna che aveva vissuto 96 anni. Per 64 aveva badato giorno e notte a suo figlio, handicappato grave. Il dottore che per la prima volta lo aveva visitato aveva detto alla mamma che, data la gravità del caso, era meglio metterlo in istituto. Ma la donna gli aveva risposto: "In istituto ci vada lei, io mio figlio lo assisterò giorno e notte, per tutta la vita, e sarò felicissima di farlo". Chiese però alla Madonna un regalo, non quello che il figlio camminasse o diventasse normale, ma che un giorno la potesse chiamare "mamma". Dopo anni di preghiere un giorno, davanti alla grotta di Lourdes, il figlio si girò e disse "mamma". La gioia fu tanta che ripagò tutte le sofferenze di questa donna.

Tra i tanti mali presenti oggi nel mondo qual’ è il peggiore? L’indifferenza. Oggi manca la commozione per le miserie altrui.

Le famiglie cristiane ti sembrano all’altezza dei tempi? La Chiesa dovrebbe attuare una rivoluzione: preparare i ragazzi al matrimonio fin da bambini. Pensi un attimo a quelli che si sposano, basta che abbiano i documenti a posto e si e no tre sere di preparazione! Mi sembra poco! Si fa più fatica a prendere la patente che a sposarsi!

Anche le vocazioni avrebbero bisogno di più formazione? La vocazione al sacerdozio è come quella della famiglia. Moltissime vocazioni si perdono. Anche questo è dovuto alla mancanza di preparazione. Ho avuto modo di constatare che quando le vocazioni vengono vagliate e aiutate, diventano roccia per sempre . La vocazione al sacerdozio è come quella della famiglia. Moltissime vocazioni si perdono. Anche questo è dovuto alla mancanza di preparazione. Ho avuto modo di constatare che quando le vocazioni vengono vagliate e aiutate, diventano roccia per sempre .

299 ) ELENA GARNERO

Elena Garnero con il marito Loris Milanese

ELENA GARNERO - Titolare della G.A.P. Design - Studio tecnico ufficiale del CLUB DEI CENTO - Ideatrice del Logo del Club dei Cento. - Vive a Chieri

298 ) GENNARO POSA


GENNARO POSA - Tecnico radiofonico - Socio Onorario

297 ) MARIA FEDELE

MARIA FEDELE - Scrittrice

296 ) GINO NEBIOLO

GINO NEBIOLO - Scrittore - Vive tra Roma e Parigi.

295 ) DOMENICO GULLO

DOMENICO GULLO - Scrittore

294 ) MARILENA VERRI


MARILENA VERRI - Poetessa - Vive a Milano
Marilena Verri è socia del Circolo Culturale di Milano ALESSANDRO MANZONI del Club dei Cento.

293 ) ANDREA CAVALLO

ANDREA CAVALLO - Scrittore

292 ) VINCENZA DE RUVO


VINCENZA DE RUVO - Poetessa