mercoledì 7 luglio 2010

191) Gemma Bosio

GEMMA BOSIO - Poetessa - Vive a Robassomero (TO)

Gemma Bosio, di Robassomero, è nata e cresciuta con il desiderio della conoscenza. Ma c’è modo e modo di conoscere; e non tutti portano all’essenza della realtà. Alcuni vi si avvicinano come quando in un labirinto una strada arriva a pochi passi dall’uscita, ma poi si interrompe e bisogna ricominciare tutto da capo. In fondo, la strada giusta non è la stessa per tutti né esiste una via sola alla conoscenza, che conduce fuori dall’intrico di muri e siepi. Forse ciò che conta è il modo in cui si cerca. Ci fu chi, invece di continuare a sbattere contro le pareti, si costruì un paio di ali di cera e pensò bene di guardare le cose da un altro punto di vista, fino a che il labirinto non si fece piccolo piccolo sotto di lui e non contò più nulla. Gemma Bosio, più o meno, ha fatto così. Quand’era ragazza e da Ciriè, dove abitava, raggiungeva prima Torino e poi Lanzo per frequentare le magistrali, vagava nel labirinto. Si sentiva come oppressa da una cappa di piombo. Chiusa, solitaria, “lunare”, la chiamavano “Bonjour tristesse”. E quando lo dice strappa un sorriso in chi ascolta, ma lei no, lei non ride. Perché in quegli anni c’era poco da ridere. Girava per il labirinto e non si accontentava, come tanti, di cercare un buon posto dove accamparsi ma voleva uscirne a tutti i costi. Poi un giorno ha capito come fare. Non aveva cera per costruirsi le ali, ma si è messa a cercare con il cuore. E ha trovato, ormai diversi anni fa. Ha trovato quello che lei chiama un maestro, una via sulla quale camminare credendo in se stessa. Non è detto che sia la strada giusta per tutti, di sicuro non è l’unica strada, ma Gemma ha trovato quello che cercava e questo è tutto ciò che conta. Ha continuato la sua vita di insegnante alla “Fenoglio” di Ciriè, ma ha anche passato vent’anni a studiare, ad imporsi un’autodisciplina tanto rigida quanto appagante. E ha scoperto, dice, il meraviglioso; ha capito che la felicità esiste, ma bisogna cercarla; ha percepito e fissato la sensazione del mondo parallelo, il mondo dei sogni e delle poesie, nel quale salta tutte le volte che può, per camminare scalza su un prato ed essere libera. Poi un giorno si mette a scrivere. Sceglie la poesia. O meglio, è la poesia a scegliere lei, arrivando come un fiume in piena a sfondare l’ultima fragile diga e a spazzare via ogni traccia del labirinto nel quale, anche dopo che ne sei uscito, nell’arco di una vita finisci per ricadere molte volte, prima di liberartene del tutto. In preda ad una sorta di follia creativa, Gemma Bosio scrive sessanta poesie in quattro mesi. Il risultato è una raccolta pubblicata un anno fa da Genesi Editore. “Anima nuda”, l’ha intitolata Gemma. E nel titolo stesso c’è tutta l’essenza della ricerca di una vita. L’anima, ovvero lo scopo e lo strumento stesso della ricerca. La nudità, ovvero la sostanza priva di forma, il cuore di ogni riflessione, la purezza di un mondo che sta di là e che non ha bisogno di orpelli e di convenzioni, per vivere, per correre parallelo e forse anche più veloce – di sicuro più leggero – di quello che sta di qua. Gemma Bosio, oggi, continua la sua ricerca. Continua a studiare, compra libri spinta da una benefica bulimia e prima di leggerli li ascolta, lasciandoli parlare liberamente. Ha anche creato un piccolo circolo, per condividere lo studio e l’esperienza con chi, come lei, cerca. E dove c’era il labirinto adesso c’è il mare, alimentato dal fiume che ha spazzato la diga. Il mare con le sue increspature, le sue onde, le sue burrasche. Ma con quel senso di infinito, che è il senso stesso della conoscenza.

Andrea Strumia


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